Che cos’è il cicloplegico?

Il ciclopegico è la sostanza che l'oculista impiega spesso durante la visita oculistica per bloccare il muscolo ciliare del paziente.
 
Questo blocco ottenuto tramite l’applicazione di ciclopegico serve, soprattutto nei bambini e nei soggetti ipermetropi, ad evidenziare eventuali difetti della vista mascherati proprio dall'attività del muscolo ciliare, che attivandosi tenta di compensare tutto o in parte il difetto visivo.
 
Spesso l’applicazione di ciclopegico o di sostanze equivalenti ha anche l'effetto di dilatare la pupilla, quindi di metterla nella condizione fisiologica della midriasi, o dilatazione, che permette all’oculista di esaminare il fondo dell'occhio.
 
L'effetto secondario e sgradito del ciclopegico e di altre sostanze simili è che provocano al paziente una visione sfocata per alcune ore, per una durata variabile a seconda della sostanza usata. In questo senso oggi si usa poco l'atropina  perché viene considerata troppo “violenta” anche se è prediletta da molti vecchi oculisti e si preferisce un'unica somministrazione di altri colliri al momento della visita, per minimizzarne gli effetti negativi.
 
Instillazioni “preparatorie” di ciclopegico o sostanze simili, effettuate alcuni giorni prime della visita oculistica, sono assolutamente anacronistiche quindi inutili ai fini della visita, e sono controproducenti nei bambini che rifiutano ogni controllo successivo. Sono inoltre pericolose per gli effetti secondari che possono provocare: tachicardia, bocca estremamente secca, eccessiva sedazione, visione alterata per giorni.
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