È un fenomeno fisiologico e consiste nella progressiva difficoltà a mettere e mantenere a fuoco le immagini da vicino (lettura, computer, cucito, lavori di precisione, spartiti musicali, ecc.).
All’interno dell’occhio un piccolo muscolo a forma di anello, il muscolo ciliare, modifica la curvatura del cristallino con la propria contrazione ogni volta che guardiamo a breve distanza, permettendo la messa a fuoco delle immagini.
Queste continue contrazioni, migliaia di volte al giorno, portano il muscolo ciliare a un progressivo sfinimento con maggiore lentezza di movimento e sempre minore resistenza: il paziente presbite avverte allora la necessità di allontanare il foglio o di avere una maggiore illuminazione, le immagini si sfocano e si deve ricorrere a pause sempre più frequenti, e infine agli occhiali.
Dopo i 40-45 anni il fenomeno è via via più evidente e complica in vari modi l’eventuale presenza di altri difetti di vista (miopia, ipermetropia, astigmatismo), aggiungendosi ad essi.
La presbiopia è il difetto visivo più difficile da correggere chirurgicamente. Attualmente si stanno studiando numerose tecniche laser che stanno dando risultati incoraggianti.
Dunque, entro certi limiti, una correzione chirurgica della presbiopia con le tecniche laser è possibile.
Le nuove tecniche per la correzione della presbiopia (refractive corneal inlay) consentono di restituire un'ottima visione per vicino senza perdere qualità nella visione per lontano. Queste tecniche prevedono l'inserimento di un lenticolo al centro della cornea, che con la sua curvatura consente all'occhio di mettere a fuoco gli oggetti senza l'aiuto di occhiali. Questo lenticolo migliora sensibilmente la lettura e la visione a distanze intermedie mentre si ha una diminuzione nella visione per lontano; per questo motivo la procedura si effettua su un solo occhio e in visione binoculare il soggetto è autonomo dagli occhiali sia per lontano che per vicino.
Rispetto alla monovisione però si ottiene una maggiore profondità di fuoco e una migliore collaborazione tra i due occhi. Questo tipo di lenticolo, associato a una tecnica precisissima e ormai ben collaudata come il femtolaser permette al Dr Longo di restituire al paziente la capacità di leggere o lavorare da vicino senza occhiali e senza pregiudicare la visione per lontano.
Se si ricorre alla Monovisione, il concetto è quello di sfruttare la dominanza naturale di uno dei due occhi (condizione familiare a tutti noi, anche nell’uso delle mani o nella predilezione di un orecchio, per esempio usando il cellulare) per renderlo perfetto nella visione da lontano, laddove l'occhio non dominante viene lievemente penalizzato da lontano per consentire viceversa una buona visione da vicino attraverso la tecnica della monovisione.
In molti casi di ipermetropi sotto i 50 anni è possibile recuperare un’ottima visione binoculare sia da lontano che da vicino, il che dipende da un’elasticità individuale che viene valutata dal chirurgo nei controlli pre-operatori.
Nei pazienti in cui sia già presente una qualche forma di cataratta, si predilige la sostituzione del cristallino con moderne lenti multifocali.