Ritrattamento su astigmatismo ipermetropico elevato indotto in altra sede

Intervento eseguito su una paziente di 38 anni che aveva già eseguito in precedenza e presso un'altra struttura clinica due interventi di chirurgia refrattiva con tecnica Lasik per la correzione dell’ipermetropia.
La paziente, prima di sottoporsi a visita dal Dr Longo, aveva subito due interventi di chirurgia refrattiva: un primo intervento con tecnica Lasik per la correzione dell’ipermetropia nel 2003 e un secondo intervento nel 2004 in quanto il difetto visivo iniziale era pressoché invariato, mostrando una situazione di ipermetropia bilaterale di +2,50.

Nel 2005 il Dr Longo diagnosticava un evidente ed elevato astigmatismo ipermetropico con una intolleranza agli occhiali per un difetto indotto dal trattamento laser del quale la paziente non soffriva in precedenza. Questo difetto visivo associalo all’intolleranza alle lenti creava notevole difficoltà alla lettura, cefalea costante e iniziale degrado delle capacità relazionali.

L’esame obiettivo eseguito dal Dr Longo evidenziava un lembo corneale sfrangiato e assottigliato con spessore corneale soddisfacente, mentre la topografia corneale mostrava gli esiti di un trattamento con laser decentrato con deformazione astigmatica evidente in entrambi gli occhi.

La soluzione prospettata dal Dr Longo e accettata dalla paziente era quella di procedere ad un nuovo intervento di chirurgia oculare  mediante risollevamento del lembo corneale e ritrattamento (“enhancement”) mirato sulla componente astigmatica.

L’intervento di microchirurgia oculare ha avuto esito positivo e la paziente ha riacquistato la piena capacità visiva eliminando completamente il problema di astigmatismo ipermetropico.
 
Il risultato è stata la regolarizzazione definitiva del profilo corneale con visus naturale di 10/10 per lontano e I° carattere per vicino, con notevole miglioramento anche delle capacità lavorative e relazionali.
 
Questo caso estremo dimostra che, se la cornea è ancora in buone condizioni, è possibile reintervenire anche più volte per ottimizzare il risultato refrattivo ove ciò si renda necessario.
 
In questo caso il mancato risultato in occasione dei primi due interventi di chirurgia refrattiva era dovuto a una scelta non corretta del tipo di macchina da usare in relazione al difetto visivo iniziale e ad una scarsa attenzione alla giusta centratura del laser durante il trattamento.

Le tecniche laser di chirurgia refrattiva consentono pertanto di migliorare e perfezionare il risultato in quella minoranza di casi in cui, di solito per reazioni biologiche tissutali, ciò non sia possibile con il primo trattamento.

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